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Nuovo messaggio 25/03/2011 19.11
L'Utente non è in linea Star91
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all'origine di lairwind 
bene,visto che i miei studi si stanno dirigendo verso il mondo giornalistico meglio iniziare a fare un po' di pratica qui :D

Una domanda che mi è venuta in mente stasera,così,signor Casagrande: cosa c'è all'origine di Lairwind?da cosa è scaturita l'idea di scrivere un fantasy,di volerlo scrivere con questo tipo di storia e personaggi? c'è stato un momento,una causa particolare che ti ha spinto a dire "ok,ora mi siedo e inizio a scrivere un libro"? ricordi,al di là di tutto,il giorno in cui hai messo mano a Lairwind?
 
Nuovo messaggio 22/07/2011 22.41
L'Utente non è in linea Andy
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Re: all'origine di lairwind 

Alla faccia della domanda... E' quasi un'intervista completa...

L'origine di Lairwind è allo stesso tempo nebuloso, come molti dei miei ricordi di adolescenza, ma anche associato a precisi ricordi scolpiti nella mia memoria come fosse ieri...

Per spiegarmi, comincerò dalla domanda "c'è stata una causa particolare che ti ha spinto a dire... ecc?"
Io ho sempre amato leggere. Una passione che mi è derivata da mamma, probabilmente. Da che ho ricordi della mia vita, ho ricordi di libri in giro per casa. Alle elementari era una delle caratteristiche che più stupiva le maestre, quella mia passione per la lettura, ed esse non perdevano un'occasione per consigliarmi sempre qualcosa di nuovo. Poi giunsi anch'io all'età dei "Piccoli brividi", serie horror per ragazzi di gran moda allora, e per un certo periodo lessi quasi esclusivamente quelli, alternati ogni tanto a qualche altro libro "più serio".
Fu naturale, allora, che nell'estate dei miei 11 anni presi il mio quadernetto ad anelli (che avevo dall'età di 8, e che aveva già visto nascere mille mie idee per film, telefilm, videogiochi, oltre che essere stato spesso il mio diario in campeggio con gli scout) e iniziai a scrivere un piccolo racconto horror, "Incubo nella luce". L'idea era semplice, per certi versi banale e illogica, ma funzionò: tornato a scuola riscosse successo non solo con la professoressa di italiano, ma anche tra i miei compagni di classe, tanto che venne pubblicato in versione riveduta e corretta nel giornalino della scuola.
A quello seguì un secondo racconto dello stesso genere, "La lettera rossa", e avevo già pronte le idee per una quindicina di "libri" della stessa serie... Ricordo titoli come "Le maschere del tempo", "Nube dall'infinito", "In gita senza ritorno", "Uno zombie in soffitta", eccetera... Peccato che dopo quel secondo racconto, gli altri non videro mai la luce... Scoprii infatti una serie di racconti scritti in inglese da una ragazza australiana che fondevano insieme i Pokemon e gli Animorphs, i primi serie a cartone animati, i secondi serie di libri di fantascienza, dei quali ero fan. Per un paio d'anni, mi limitai alla traduzione dei suoi racconti in italiano, e a curare quello che divenne, con l'autorizzazione dell'autrice stessa, il sito ufficiale italiano.
Nel frattempo il mondo andava avanti: io crescevo, uscì harry potter - prima in libro e poi in film -, per i miei 13 anni ricevetti il libro de "Il signore degli anelli", e a 14 scoprii i giochi di ruolo e il mondo del fantasy. Così quando a 15 anni ebbi quella mezza crisi di esistenza dovuta anche al pessimo andamento scolastico per problemi di salute, mi guardai allo specchio e mi dissi che dovevo ritrovare un pò me stesso. I mondi fantasy ormai invadevano la mente, e piano piano decisi di provare a scrivere di nuovo. Fantasy, stavolta.

Il sogno andava al signore degli anelli, era ovvio. Non alla sua imitazione, ma al raggiungere la stessa grandezza e completezza. Ma come quindicenne, mi rendevo conto che non sarei mai stato in grado di competere con un professore di Oxford del calibro di Tolkien. Così mi dissi "non cominciare subito con la storia vera e propria. Libera la fantasia, comincia a dipingere un pò i personaggi, i luoghi, gli eventi, la cultura, le situazioni. Lascia andare la fantasia, non importi finali e scrivi la storia un'idea dietro l'altra, come vengono. Se poi qualcosa non va, torna indietro e cambia i pezzi. Ma vai, comincia. Tanto ora come ora non saresti in grado di scrivere niente di realmente complesso"
E così cominciai. Un capitoletto alla volta, in poco più di tre mesi videro la luce i primi 4 capitoli di Lairwind, costantemente pubblicati su un forum dove creavamo videogiochi. E riscuotevano successo, ricevevo consigli, pareri, richieste insistenti di nuovi capitoli... Il resto è storia

Ecco, l'idea di scrivere l'ho sempre avuta, in un certo senso. A furia di leggere e leggere, viene il giorno in cui non ti basta più vivere le avventure degli altri, hai bisogno di prendere un pezzo di carta e scrivere anche le tue, o la testa ti scoppierà.
In tal senso, non ho mai voluto scrivere per gli altri, ma per me: per dar forma alle immagini della mente (visto che disegno come un bambino dell'asilo, ed è meglio se lascio stare quella forma ) e liberarle. Ovvio che fa sempre piacere venga apprezzato quello che si scrive. Ma se non accade, pazienza. Scrivo quello che mi piace, non perchè piaccia agli altri.
Il tipo di storia, come vedrete leggendola, ricalca un pò tutti i libri che ho sempre amato, come dico anche in introduzione. E i vari personaggi sono definiti un pò basandosi su di me, un pò su chi ho conosciuto nella mia vita. Nel primo caso, alcuni sono come mi vedo io, altri sono come la gente dice di vedermi, altri ancora sono come vorrei essere, e altri l'esatto contrario. E' parecchio complesso, e potrei scrivere un piccolo tema anche solo sull'analisi del legame tra me e i personaggi...

Infine, per quanto riguarda il quando scrissi le prime parole di Lairwind, non ne sono sicuro, ma credo fosse a scuola, gli ultimi giorni della prima superiore al liceo, mentre veniva interrogato un compagno di classe alla lavagna!

 
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